Botulin free by Antonino Di Pietro

Botulin free by Antonino Di Pietro

autore:Antonino Di Pietro [Di Pietro, Antonino]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Sperling & Kupfer
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


Come Erin Brockovich

Ci sono state segnalazioni spontanee di morte, talvolta associate a disfagia, polmonite e/o altre debolezze significative o anafilassi dopo trattamento con tossina botulinica.

da «Botox Side Effects», www.drugs.com

A mostrare i pericoli dell’utilizzo in quantità eccessiva della tossina per i ritocchi è stato un caso paradossale: Bach McComb, medico osteopata della Florida, ha effettuato iniezioni di tossina a se stesso, alla sua fidanzata e ad altri due pazienti di un preparato da laboratorio di tossina botulinica 2.800 volte più forte di quello che normalmente viene usato. I quattro sono finiti, paralizzati, in ospedale e per mesi, nel 2004, hanno dovuto essere assistiti anche per funzioni vitali come respirare, parlare e camminare. Alla fine, il medico è stato condannato a tre anni di carcere e il suo caso è stato pubblicato sul Journal of the American Medical Association (JAMA).

Un caso limite, circa un uso eccezionale della tossina, sia perché di un tipo non autorizzato, sia per via delle ingenti dosi, che rassicura i sostenitori del Botox. Tuttavia, la cronaca registra molte azioni legali, intentate da vittime o parenti di queste, che coinvolgono Allergan.

Alcune non sono arrivate a sentenza. È il caso di Stanford Sody del New Jersey, che, secondo il fratello, sarebbe morto per le iniezioni di Botox alle ghiandole salivari nel 2008. Oppure quello di Barbara Purdon, una settantunenne dell’Arizona, che ha cominciato ad avere difficoltà nel respirare, inghiottire e parlare dopo essersi sottoposta a iniezioni di Botox per attenuare le rughe in vista del suo matrimonio. La malcapitata ha inviato ad Allergan una lettera di protesta nel 2008, ma è morta prima che il suo caso arrivasse in tribunale.

Però non sempre è andata così…

Nel suo primo incontro con la giustizia, all’azienda produttrice è andata bene: la giuria non le ha addebitato alcuna responsabilità per le molte accuse che le erano state rivolte da Irena Medavoy, ex modella e attrice, moglie di un importante produttore cinematografico di Los Angeles.

Nel 2002, in pieno boom di vendite, la signora Medavoy cita l’azienda e il suo medico, il dottor Arnold Klein, per i danni subiti in seguito alle iniezioni di Botox per le rughe facciali e per curare il dolore emicranico, un uso off-label della tossina.

La Medavoy, che lamenta dolori fortissimi alla testa, debolezza dei muscoli del collo, difficoltà di respirazione e deglutizione, cita Klein per averle taciuto i rischi connessi e la pericolosità del trattamento, ma anche per non averle rivelato di essere un consulente da 100.000 dollari all’anno di Allergan.

Irena Medavoy si vede come una sorta di Erin Brockovich del Botox, un campione delle donne di tutto il mondo che, come lei, hanno sofferto effetti collaterali debilitanti, ma sono state messe a tacere da medici supponenti. «Ho intenzione di essere la loro voce. Non mi tirerò indietro, anche se dovessi essere messa alla berlina!» ha dichiarato.

Nel processo si alternano più di venti medici che dibattono sul Botox e sulle possibili cause dei guai fisici della donna. Il dottor Klein, da parte sua, sostiene invece di aver correttamente informato la paziente e



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